Sono arrivati i vasetti di basilico ed assieme a loro... una interessante novità: i vasi biodegradabili di VIPOT fatti con la lolla (derivato del riso). Si possono mettere direttamente nel terreno, vanno prima un poco rotti per permettere alle radici di espandersi.
Fino ad oggi la plastica, ottenuta dal petrolio che è una fonte non rinnovabile, ha costituito un prodotto versatile e a buon mercato per una serie estremamente variegata di soluzioni, anche se non ottimali, comprese quelle per il settore della vivaistica e della floricoltura, sia per la crescita e l’allevamento delle piante, sia per il loro trasporto, distribuzione e vendita al cliente finale.
I vasi in plastica oggi utilizzati, in tutta la fase della filiera produttiva, hanno una funzione temporale limitata visto che spesso sono sostituiti con invasamenti in più eleganti vasi di cotto o ceramica oppure per piantumazioni in aiuole e terreni. I vasi così residui vengono gettati diventando un rifiuto da smaltire, con molti problemi conseguenti. Con VIPOT, il vaso biodegradabile ricavato dal guscio esterno del riso - la lolla, residuo del processo primario di raffinazione - si risolvono tutti i problemi di smaltimento, si migliorano le condizioni di crescita delle piante in esso contenute (dato che il vaso è poroso e permeabile all’ossigeno), si uniscono necessità funzionali a necessità estetiche grazie ad una gamma di versioni progettate e dimensionate per soddisfare le più particolari esigenze, sia degli addetti ai lavori sia del cliente finale, in tutta la filiera dei prodotti di vivaistica, floricoltura, ortofrutticola. Si utilizzano inoltre risorse rinnovabili e questo permette a VIPOT di posizionarsi come prodotto che, con i suoi ingredienti, non compete con i prodotti alimentari e non è concausa dell’aumento delle materie prime alimentari derivate dai cereali : per produrre non dobbiamo appositamente dedicare terreni alla coltivazione delle materie prime rinnovabili di cui è composto, perché usa materie prime già normalmente disponibili.